Respirazione orale: come influenza la relazione con gli altri
Che ci piaccia o no, la prima impressione conta, sempre. Non lo dico io, ma è un dato che emerge da diversi studi condotti nel corso degli anni (Bargh, 2006; Zebrowitz, 1997; Willis & Todorov, 2006).
Volto, postura e voce sono strumenti potenti di comunicazione non verbale. Quando sono alterati da una respirazione orale, possono modificare la percezione che gli altri hanno di noi e influenzare la qualità delle relazioni, anche nei contesti scolastici, familiari e sociali, sia negli adulti che nei bambini.
In questo articolo ti accompagno a scoprire come la respirazione orale può modificare l’aspetto estetico, la postura, la voce e, di conseguenza, il modo in cui una persona si sente e si relaziona con gli altri.
Il volto che cambia: l’impronta della respirazione orale
Lo abbiamo accennato negli articoli precedenti, ma oggi vorrei porre l’attenzione sugli aspetti estetici perchè quando la bocca si sostituisce al naso, nel tempo il viso cambia.
La respirazione orale, come abbiamo visto, altera l’equilibrio muscolare.
Per cercare aria, il corpo si adatta e di norma l’estetica del volto e del corpo segue queste caratteristiche:
profilo allungato e stretto, con mento retratto;
occhiaie;
labbra ipotoniche, spesso socchiuse o aperte;
muscoli facciali poco attivi, mimica ridotta;
denti sporgenti o morso aperto (spesso legati alla lingua in posizione bassa);
il collo si estende in avanti (testa in protrusione);
le spalle si incurvano in avanti e in basso;
la lingua resta bassa e inerte, la mandibola si abbassa;
il torace si rigidisce (respirazione alta).
Queste modifiche influenzano anche:
il modo di parlare (voce più nasale o debole, articolazione poco precisa, lingua poco precisa nell’articolare i suoni)
il modo/capacità di sorridere;
la postura globale (può dare l’impressione di chiusura, insicurezza, fragilità fisica).
Ed ecco che, di conseguenza, cambierà anche la percezione sociale di chi ci sta di fronte.
Come tutto questo influenza l’emotività e le relazioni
Un volto alterato, una voce fioca, una postura chiusa: tutto questo può generare insoddisfazione corporea, disagio e ritiro sociale.
Chi respira con la bocca può:
sentirsi diverso, anche senza saper dire perché;
evitare il contatto visivo o il dialogo, per non “mostrarsi”;
avere una percezione negativa del proprio corpo;
diventare più sensibile ai giudizi degli altri.
Che impressione dà un/a bambino/a (o un adulto) che respira con la bocca?
Ora, immaginiamo di incontrare per la prima volta una persona – o un/a bambino/a – con la bocca aperta, le labbra secche, la testa spinta in avanti e lo sguardo spento.
Senza che ce ne accorgiamo, il nostro cervello comincia a interpretare tutto questo: postura, mimica, respiro, voce. La prima impressione si forma in pochi secondi.
Cosa potrebbe comunicare (in modo non intenzionale) una persona che respira cronicamente dalla bocca:
Stanchezza o disattenzione:
Il viso allungato, le occhiaie, la bocca socchiusa e la postura cadente vengono spesso letti come segni di affaticamento o mancanza di interesse.Insicurezza o chiusura sociale:
Una voce debole, nasale, un’articolazione scorretta, insieme a una mimica ridotta, può far sembrare il bambinǝ/la persona timidǝ, poco sicurǝ o impacciatǝ, condizionando il modo in cui viene accoltǝ nel gruppo.Scarsa salute o trascuratezza:
In modo del tutto inconscio, una bocca costantemente aperta può attivare giudizi legati a salute o cura personale, questo può tradursi in esclusione o in un trattamento diverso da parte degli adulti.Meno energia vitale:
La respirazione orale modifica la postura, cambia l’assetto di lingua e mandibola e può rendere il volto più allungato e spento. Tutto questo comunica meno vitalità, meno presenza, e in alcuni casi anche meno autorevolezza.
Parliamo di aspetti, che possiamo definire più “silenziosi”, non per giudicare, ma per aprire gli occhi con delicatezza.
Perchè anche se siamo adulti attenti ed empatici, la nostra mente tende a fare valutazioni rapide.
La respirazione orale quindi è una finestra sul benessere del bambinǝ e della persona: ci parla della sua qualità del sonno, del tono muscolare, del suo modo di sentire il corpo, di attenzione, presenza e del modo di relazionarsi al mondo.
Intervenire precocemente significa dare al/la bambinǝ la possibilità di prevenire l’instaurarsi di situazioni di disagio e nell’adulto, anche permettere di ritrovare maggiore autostima.
Per concludere, ribadisco, la respirazione orale non è solo una “questione di naso”.
È una modalità che condiziona il corpo, la voce, la relazione con lo specchio e con gli altri.
Riconoscerla in tempo vuol dire offrire a un/a bambinǝ (o a un adulto) la possibilità di respirare meglio… e vivere meglio con sé stessǝ e con gli altri.